Se volete fare un bel regalo ad una ragazza o ad un ragazzo pensate a questo libro, "Alla ricerca di Atlantide", scritto da un nome gigante dei nostri tempi, il celebre architetto Renzo Piano, che lo firma con il figlio Carlo. Le belle immagini sono di Tommaso Vidus Rosin.
Uscito quest'anno per i tipi di Feltrinelli, questo bel volume rilegato nasce dalla volontà dei due autori di proporre un "viaggio nell'architettura per ragazzi sognatori", come recita il sottotitolo.
E nella storia, un'altra storia. Quella di nonno Renzo che con la nipote Elsa (ndr: vera nipote di Renzo e figlia di Carlo) parte per un lungo viaggio, alla ricerca della mitica Atlantide.
Di questa traversata Carlo trova il diario scritto da Elsa e, in accordo con lei, inizia a leggerlo. Scoprirà così i luoghi visitati da Renzo ed Elsa "in giro per gli oceani del mondo".
La curiosità per la ricerca di Atlantide li spinge a "solcare mari lontani e tempestosi e a visitare luoghi dove il grande architetto ha costruito molti dei suoi più famosi edifici, fatti non solo in nome di una regola di architettura , ma per rispondere ai sogni e ai bisogni della gente".
Perché proprio Atlantide? E' Carlo Piano a darci la spiegazione: "Elsa e Renzo l'hanno cercata viaggiando in tutto il mondo. Hanno solcato mari lontani e tempestosi e visitato luoghi dove mio padre, che fa l'architetto, ha costruito molti edifici. nella sua lunga carriera ha sfidato terremoti, uragani e recuperato persino bombe rimaste inesplose dalla Seconda guerra mondiale. Ha conosciuto palombari, scienziati, musicisti, alpinisti, minatori, capi tribù e cacciatori di serpenti. Nel suo cuore ha cercato Atlantide fin da bambino, quando sulla spiaggia di Genova passava ore a osservare la linea dell'orizzonte, dove il cielo si tocca con il mare. E' nato allora il suo desiderio, ed è ancora convinto che Atlantide, da qualche parte, debba pur esserci".
PER I LETTORI CHE VOGLIONO APPROFONDIRE, ECCO LE TAPPE
Da dove partiranno i due viaggiatori? Non c'è che un posto, dal nuovo ponte Genova san Giorgio, di cui nel libro si vedono gli schizzi fatti a mano da Renzo Piano, a forma di prua di nave.
Un ponte smart, perché dotato di robot che lo percorrono avanti ed indietro per verificare il corretto funzionamento delle sue strutture e perché assorbe durante il giorno la luce del sole, rendendola al ponte stesso quando è buio per l'illuminazione.
Uno sguardo al porto di Genova e poi via, per circumnavigare l'Africa e attraversare i bei colori dell'Oceano indiano, il turchese, l'indaco, il grigio, il verde, lo smeraldo, la trasparenza: ogni onda ha un suo colore differente.
Prima tappa ora a Osaka, aeroporto del Kensai, l'isola che non c'era, e poi ancora via, nel mondo dei Kenak, sulla rotta del capitano James Cook, fino al centro culturale di Noumea.
E' questa una delle più famose opere di Renzo Piano, in Nuova Caledonia, un grandissimo complesso di 8.188 metri quadrati, ideato come simbolo di pacificazione tra i popoli qui residenti e la Francia.
Poi nonno e nipote partono ancora, rotta verso la California, sempre in viaggio, perché "il viaggio è la scoperta, il viaggio è la vita".
A San Francisco visiteranno la California Academy of Sciences, con il famoso prato che vola sopra al museo, un tetto vivo che respira e dialoga con la natura circostante. Disegnato da Renzo Piano agli inizi del Duemila ed entrato in funzione nel 2008, il progetto ha una superficie di 4,5 chilometri quadrati ed è stato una delle prime e più importanti costruzioni ecosostenibili ad alta efficienza energetica del mondo.
Il suo "tetto giardino" è grande come tre campi da calcio ed è coperto da un tappeto vivente di piante.
"L'idea di un tetto vivo che respira e dialoga con la natura circostante non è certo mia Elsa", dice con modestia Renzo Piano nel libro, "l'ho ripresa da tradizioni antiche delle case di campagna". L'importanza del passato, delle esperienze che ci hanno preceduto e del loro significato.
La cosa più difficile in un'opera di queste proporzioni? E' stato scegliere con i botanici le piante più adatte per vivere sul tetto! Pensate che ci sono voluti ben cinque anni di lavoro per selezionare quelle davvero in grado di adattarsi alla nuova ambientazione.
Interessante, no?
E siamo a metà di questo meraviglioso viaggio, istruttivo per i ragazzi ma davvero bello da leggere e seguire passo passo anche per gli adulti.
E si riparte, nuova tappa per la Grande Mela, il New York Times, la Morgan Library, il Whitney Museum e la Columbia University, edifici tutti attraversati dal genio creativo di Renzo Piano.
Elsa e Renzo visitano ora la torre grattacielo ideata dal grande architetto come nuova sede del New York Times, alta 319 metri.
Poi scendono giù, nello scavo nella roccia a venti metri di profondità, come un grattacielo a testa in giù, dove è custodito il tesoro dei libri della Morgan Library, la terza biblioteca più grande al mondo, dopo i Musei vaticani e la British Library di Londra.
E da Londra via verso una delle più famose opere di Renzo Piano, il grattacielo Shard of Glass, la famosa costruzione a scheggia di vetro, che da questa somiglianza prende il soprannome (il vero nome, meno noto, è London Bridge Tower).
Collocato in mezzo allo Southwark, il borgo più antico della capitale inglese, lo Shard si vede da ogni via di Londra ed è così luminoso che i piloti degli aerei lo scorgono sempre aldilà delle nuvole.
E' arrivato il momento per nonno e nipote di lasciare Londra alla volta di Parigi, per il centro culturale Beaubourg, noto con il nome di Centre Pompidou, e poi a Berlino, in Potsdamer Platz, da sempre centro pulsante della città, ma divenuto un grande buco nero ai tempi del Muro e ancora dopo con la sua caduta. Ecco perché Renzo Piano volle ridarle vita. Era necessario ricucire una ferita lunga e profonda, circa 600.000 metri quadri di territorio, dove vivevano 40.000 persone. In soli cinque anni il team di esperti che si mise in moto ricreò le strutture necessarie ad ospitare negozi, caffè, cinema, teatri, uffici, ristoranti, case, insomma, tutto ciò che può accogliere la comunità.
Ed infine il ritorno, nel Mediterraneo. A casa, dove è cominciato tutto, sulla terrazza dove Renzo giocava, da bambino. "E' qui che passavo le giornate. dava sul mare, in pieno sole. Quella era l'età in cui nella tua mente si accumulano le immagini e la luce che ti accompagneranno per tutta la vita. Si accumula una miniera di forme, emozioni, fantasie che non ti lasceranno mai. E in quella miniera bisogna scavare per tutta la vita. Sono quelle le tue radici".
Qui, dove nacque la sua stessa creatività, quando da bambino sperimentava, smontando tutto quello che gli capitava sottomano, radio, giradischi, ventilatori, che poi quasi sempre non riusciva a rimontare. Ma cos'è la creatività? "E' l'arte di far scoccare le idee. ma mi chiedi da dove vengono queste idee? Le idee vengono perché ad un certo punto si prende il coraggio di averne". Bello, vero ?
Eccoci ora alle battute finali del viaggio, che non poteva che concludersi in Grecia, prima ad Atene, al centro culturale della Fondazione Niarchos, importante tra l'altro perché in un momento difficile per l'economia del paese diede lavoro a millecinquecento persone.
E poi, la fine, la meta, l'isola di Itaca, patria di Ulisse, simbolo assoluto della ricerca dell'uomo, del desiderio di scoperta, di nuovi spazi, nuove possibilità, nuove dimensioni. "Questa è la vera ricerca della bellezza, la ricerca di Atlantide, la città sommersa, un sogno di perfezione che probabilmente non riuscirai mai a coronare.
Però vale la pena di tentare, è nella natura stessa dell'uomo la ricerca di Atlantide".
Ecco le parole più adatte ai giovani, fatte di stimolo, sostegno, una freccia incoccata che può partire senza freni, senza paura, senza false immagini di grandezza, senza mistificazioni ignobili, alle quali invece li abitua la bassa cultura dominante.
Io trovo che questo libro sia una miniera di conoscenza, di aiuto al ben fare, di indicazioni a rendere la paura e la fragilità stesse punto di forza per una nuova partenza.
L'ho finito di leggere con gioia, e quasi ricomincerei subito a leggere.
Non perdetevelo, ogni pagina, come tutte le cose belle, "porta scritto più in là".
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