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ECCO LA CHEF TEOLOGIA: GESU' RISORTO CHE SI PRENDE CURA

Aggiornamento: 10 apr 2023


IN OCCASIONE DELLA PASQUA, DELLA RINASCITA CHE OGNI ANNO SI OFFRE A NOI, PUBBLICHIAMO QUESTO CONSIGLIO DI LETTURA DAVVERO ORIGINALE: COME RISCOPRIRE IL VERO VALORE DEL CIBO, CON L'AIUTO DEL "BUON PASTORE".


E' in commercio dal 2014 ma ancora oggi rappresenta un pezzo unico tra i libri del suo genere.

Stiamo parlando di "La cucina del risorto. Gesù cuoco per l'umanità affamata", edito da EMI, Editrice Missionaria italiana, di Giovanni Cesare Pagazzi, teologo italiano , dal settembre 2022 nominato da papa Francesco segretario del Dicastero per la cultura e l'educazione, con un lungo e pregevole percorso di attività accademica.

Un libro peculiare il suo, che si legge al volo, anche per le sue poche pagine, ma che si rilegge poi ancora.

Un senso nel senso, potremmo dire.

Ed ora vi entriamo, aiutati anche dal clima che la ormai imminente Pasqua apre intorno a noi.

Un momento particolare, che fa da sfondo a tutto il cristianesimo, ma fa certo riflettere anche coloro che non credono: il tema della resurrezione, del rinnovamento, di un nutrimento appunto nuovo che è offerto all'umanità tocca e provoca tutti, indistintamente.

E da chi può venire se non dal 'buon pastore', da colui appunto che 'dà il pasto buono' questo nutrimento che ogni anno la Pasqua rinnova?

L'autore parte così dall'immagine di Gesù che siede a tavola, che sta tra la gente, che vive e condivide il pasto, come sappiamo dal Vangelo, (lo ricordiamo mangiare con i farisei e con i pubblicani, così come con gli apostoli, con Marta, con Maria)ma anche dal fatto che lui stesso conosceva il cibo e, a quanto si rileva dal libro, lo cucinava.

Lievito e farina, ortaggi e agnello, pesce alla brace ( quello del lago di Tiberiade).

Questi gli ingredienti della cucina di Gesù che cita l'autore. Cibi semplici, che le pagine del Vangelo ci ricordano e che sono sempre collegati ai momenti in cui egli stava tra la gente che lo voleva incontrare, sentire le sue parole di speranza e progetto per il futuro, condividere il momento in cui lui si prendeva cura di ciascuno indicando la via .

Cucinare diviene così prendersi cura, di sé e dell'altro: ecco perché il momento del pasto è così importante.

E leggendo questo libro riusciamo anche a recuperare un rapporto con il cibo più vero e profondo, lontanissimo dalla relazione spesso malata che oggi ci lega ad esso.

Forse nel tempo, nei secoli, abbiamo perso qualcosa di questo nesso profondo che mette in correlazione la cura, il cibo, la cucina, la convivialità. Perché non riscoprirla proprio ora ?

E la provocazione di queste pagine va altre, indicando anche nel 'gusto' ricercato da Gesù nei cibi la bellezza del nutrimento che si fa piacere per ciascuno, segna l'individualità di ognuno , che resta intatta anche nella condivisione. E anche questo, se riflettiamo bene, non ci sta forse sfuggendo? Come se il nostro gusto non sia più condivisibile: per esistere deve restare tutto solo nostro, altrimenti temiano di perderlo.

Da non perdere quindi la lettura di questo piccolo libro, semplice ma unico nella sua originalità, la cui profondità non sfuggirà ad una vostra lettura attenta, e che ha fatto parlare di "chef - teologia".

EMI aprì con questo libro la collana Pane nostro, che fu ideata in occasione di EXPO 2015 sulle tematiche cibo, nutrizione, giustizia, ambiente.

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